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Per sognare i 10 luoghi più belli del pianeta (prima parte)

 di Eleonora Riva, Lucia Ancilotti

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500 tra le destinazioni più affascinanti e memorabili del nostro pianeta sono state raccolte dagli esperti viaggiatori di Lonely Planet nella nuova versione della “Classifica del mondo” che torna nelle librerie e online in questi giorni.
Sfogliare le meravigliose immagini dei luoghi scelti e leggere le motivazione che li hanno fatti entrare in classifica può essere un modo per viaggiare con la fantasia verso mete lontane, in un periodo come quello attuale in cui gli spostamenti sono ancora difficili a causa dell’emergenza.

La prima parte dello speciale che OF dedica alla classifica redatta da Lonely Planet include i luoghi che entrano nella top five. Sono mete da sogno, le prime che potremmo voler visitare una volta che ci saremo lasciati alle spalle questo periodo difficile, e potremo tornare a viaggiare e a meravigliarci delle bellezze del mondo, naturali e non.
Si parte da Petra, uno dei siti Unesco più apprezzati, con il suo iconico Tesoro in arenaria. Si ammira poi la strabiliante natura delle isole Galapagos, di Uluru, luogo sacro dell’Australia, e del delta dell’Okavango in Botswana. Per arrivare negli Stati Uniti e meravigliarsi di fronte a uno degli oltre 500 geyser attivi nello Yellowstone National Park.


Petra


Giordania

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Siq

Il siq, nel canyon che conduce proprio di fronte alla facciata del Tesoro

È la meta imperdibile per eccellenza. Una città, sospesa nel tempo e scavata nella roccia, che si erge per ricordare il suo maestoso passato. Petra, in Giordania, fu una antica capitale nabatea, una popolazione di artigiani e ricchi mercanti, che scelsero proprio le gole del canyon, in un bacino tra le montagne a est del Wadi Araba, per nascondere la città da visitatori indesiderati.

Petra, infatti, era un luogo di sosta lungo le rotte commerciali tra le oasi arabe, e per proteggere la sua ricchezza, doveva risultare difficile da trovare. Dall’alto, infatti, risulta totalmente invisibile. Tanto che per secoli fu abbandonata e dimenticata, rimanendo dimora conosciuta unicamente ai beduini che continuarono segretamente ad abitare le sue grotte. È solo nel 1812 che l’esploratore svizzero Burckhardt scoprì i resti del magnifico sito archeologico, che oggi si estende su una superficie di circa 264 kmq.

deserto

La visuale dall'alto di Petra, nascosta tra le rocce di arenaria e invisibile

La città in arenaria rosa, considerata una delle Sette Meraviglie del mondo moderno, nonché eletta patrimonio dell’umanità dall’Unesco, comprende una molteplicità di siti, per lo più tombe, splendidamente conservati. Ma è percorrendo il siq, la lunga e stretta gola sovrastata da pareti di roccia che si ha la vista più scenografica: in fondo al canyon si scorge la facciata, alta 39 metri, dell’iconico Tesoro, la tomba forse più famosa di Petra. Il periodo migliore per visitarla va da marzo a maggio e da metà ottobre a fine novembre, prima che le piogge rendano impraticabili alcuni itinerari.


Isole Galápagos

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sule piediazzurri

Il sula piediazzurri ha il suo habitat alle Galápagos. Particolarmente scenografica la danza del corteggiamento

La natura incontaminata è le vera protagonista di queste tredici isole vulcaniche nel cuore dell'Oceano Pacifico, a circa 1.000 chilometri dalla costa occidentale dell'America del Sud. È qui che Charles Darwin sviluppò la sua teoria dell’evoluzione basata sulla selezione naturale. Soprattutto per la varietà di specie animali e vegetali che qui hanno il loro habitat. L'arcipelago è, infatti, considerato una delle zone vulcanicamente più attive della Terra, mentre il relativo isolamento dovuto alla distanza dal continente, unito all'ampia varietà di climi e di habitat per via delle correnti marine, hanno portato all'evoluzione di numerose specie animali e vegetali. Ci sono colonie di iguane marine nere, pinguini, sule piediazzurri e leoni marini distesi su rocce vulcaniche.

leone marino

Tra gli animali che si possono ammirare nell'arcipelago vi è il leone marino

Ed è sempre qui, in queste zone definite patrimonio naturale dell’umanità dall’Unesco e riserva marina protetta, che le tartarughe che danno il nome all’isola (in spagnolo Galápagos significa proprio tartarughe giganti) depongono le loro uova. Per pianificare un viaggio in queste isole non c’è un periodo migliore: grazie al clima tropicale e a temperature che non scendono mai sotto i 20°, si possono visitare tutto l'anno.



Uluru


Australia

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olgas

The Olgas nell'Uluru-Kata Tjuta National Park

Per i locali è il cuore simbolico del Red Centre dell’Australia. Uluru, con i suoi 348 m di altezza, è un monolite di arenaria che si erge in mezzo al deserto, ed è considerato un luogo sacro dagli aborigeni Anangu. Si pensa che la sua formazione sia iniziata circa 550 milioni di anni fa. E oggi si trova all'interno dell'Uluru-Kata Tjuta National Park. Fino al 2017 i visitatori lo potevano scalare, oggi invece è stato vietato all’unanimità, ma vale comunque la pena visitare questo luogo magico, soprattutto al tramonto, quando le sue pareti si colorano di oro e riflettono la luce del sole che cala.



Uluru-Kata Tjuta National Park

Una panoramica dell'Uluru-Kata Tjuta National Park

Sebbene Uluru sia l’attrazione di punta del Red Centre, non è l’unico massiccio roccioso della zona. Per chi non vuole rinunciare a un panoramico trekking in queste zone, infatti, a circa 30 chilometri, nell’Uluru-Kata Tjuta National Park, si possono ammirare le trentasei cupole rosse di Kata Tjuta (The Olgas). Il nome, letteralmente, significa ‘molte teste’, e richiama un profondo significato per la religione degli aborigeni. Gli itinari aperti ai turisti sono due: il primo si snoda per 2,6 km ed è il Walpa Gorge Walk. Il secondo è un circuito molto più impegnativo nella Valley of the Winds: lungo 7,4 chilometri, e molto scenografico.

Il periodo migliore per visitare la zona è durante il periodo secco, da giugno e agosto. Mentre è meglio evitare i mesi più caldi che sono gennaio, febbraio, marzo, novembre e dicembre.

Delta dell'Okavango


Botswana

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leoni

LLe sponde dell’Okavango sono il luogo perfetto per ammirare i Big Five con un safari

È il secondo più grande delta fluviale interno del mondo, dopo quello del Niger, ed è famoso in tutto il mondo per il suo ricco ecosistema, che rende i safari nella zona un’avventura da vivere almeno una volta nella vita. Il delta dell’Okavango raccoglie ogni anno le acque alluvionali proveniente dagli altopiani dell’Angola, che al culmine della portata d’acqua, creano isole, lagune e canali ricchi di vegetazione. Trasformandolo, così, nel posto perfetto per l’avvistamento degli animali selvatici: branchi di leoni, bufali, elefanti, rinoceronti e zebre.



riserva Moremi

La riserva Moremi è considerata una delle più incontaminate ed esclusive di tutta l’Africa

Il safari in auto è il modo più tradizionale per ammirare questo paesaggio ma sono esperienze indimenticabili anche un volo panoramico sopra la zona dell’Okavango o un giro sulle tradizionali piroghe, chiamate mokoro. La zona più famosa è la Moremi Game Reserve, considerata una delle più incontaminate ed esclusive di tutta l’Africa, in cui è possibile alloggiare in eleganti lodge. Per visitare il Delta, il periodo migliore è quello che va da luglio a settembre, quando il livello dell’acqua è alto e il clima secco.

Yellowstone


Stati Uniti



La Basilica di San Nicola di Bari

L’Old Faithful, con getti d’acqua bollente che arrivano fino a 55 metri, è il geyser più famoso dello Yellowstone

Il Parco Nazionale di Yellowstone è l’area geotermica più vasta al mondo. Qui, infatti, si concentra più della metà della collezione di geyser, sorgenti di fanghi termali, fumarole di tutto il pianeta.
Il totale sono oltre 500 i geyser attivi, ma la maggior parte dei visitatori si concentra sul più famoso, l’Old Faithful, per ammirarne le eruzioni che durano tra il minuto e mezzo e i 5 minuti e arrivano a sparare getti di acqua bollente alti fino a 55 metri. È una meta imperdibile anche la sorgente (la più calda degli Stati Uniti con i suoi 70°) denominata Grand Prismatic, riconoscibile proprio per la sua sorprendente colorazione dovuta alla presenza di organismi termofili.

grand prismatic

La sorgente calda denominata Grand Prismatic è, per via della sua brillante colorazione, uno dei luoghi da non perdere all’interno del parco

Lonely Planet descrive lo Yellowstone come la risposta del Nord America ai safari africani. La maggiore attrattiva del parco, oltre ai geyser, è infatti la fauna selvatica. Ci sono quasi 60 specie di mammiferi nel parco, tra cui il lupo, l'orso nero (o baribal), il bisonte, l'alce. E i suoi boschi sono anche popolati da alcune specie rare e in via d’estinzione. Simbolo indiscusso dello Yellowstone è l’orso grizzly. Per provare ad avvistarlo è meglio munirsi di binocolo e molta pazienza, cercando nelle praterie subito dopo l’alba.
Il parco è aperto tutto l’anno, ma è preferibile evitare il periodo invernale per via delle condizioni meteo che renderebbero difficili gli spostamenti e le visite.

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