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Best in travel 2019: Alla scoperta del Piemonte

 di Lucia Ancilotti

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E' al primo posto della speciale classifica delle 10 regioni imperdibili per il 2019 stilata, come ogni anno, da Lonely Planet. Che identifica quali sono le mete da vedere assolutamente nel 2019, spiegando anche quali motivazioni ed elementi di novità contribuiscono a renderle ancora più affascinanti. Il Piemonte, ex roccaforte dei Savoia e potenza industriale del XX secolo, è infatti, secondo gli esperti viaggiatori di Lonely Planet, un mix di buona cucina, vini eccellenti, città vibranti e paesaggi bucolici. Qui, distese di vigneti che danno origine ad alcuni dei vini rossi più famosi del mondo fanno il paio con una scena artistica e culturale sempre più vivace che trova in Torino, la sua capitale, la sua massima espressione. Ecco i consigli di OFTravel per visitare il Piemonte al meglio. Cosa vedere assolutamente, e perché. E come pianificare un viaggio.

LA TOP THREE
Se il Piemonte occupa il gradino più alto del podio per via della sua vivacità e della costante crescita e trasformazione artistica e culturale di Torino e non solo, Catskills, negli Stati Uniti, ottiene la medaglia d'argento perché, nel 2019, ricorre il 50° anniversario del celebre concerto-evento di Woodstock. Il prossimo agosto, infatti, un evento commemorativo animerà ancora una volta la cittadina oggetto, negli ultimi anni, di una significativa trasformazione: ristoranti creativi e a chilometro zero, birrifici e distillerie artigianali e sedi per concerti di alto profilo hanno iniziato a comparire nelle vie del centro già da qualche tempo. Infine, la terza posizione è occupata dalla regione del Nord del Perù, per anni snobbata dai visitatori più interessati a dirigersi verso Sud, dove sorgono i resti di Machu Picchu. Dal 2019, infatti, nuove infrastrutture turistiche inaugurate nella regione settentrionale permetteranno di visitare per esempio la fortezza di Kuélap, accessibile grazie a una nuova funivia. Mentre anche i voli verso le città del nord sono aumentati e consentono di raggiungere la regione.


Torino

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Il Museo Ettore Fico

E' indubbiamente il punto di partenza imprescindibile per scoprire le meraviglie del Piemonte, non solo per la sua storia e le sue bellezze architettoniche, su tutte la celebre Mole Antonelliana, ma anche per la sua importanza in quanto centro artistico e culturale. Torino, infatti, spiegano gli esperti viaggiatori di Lonely Planet, non è mai stata così vivace, e gli indirizzi da segnarsi in agenda sono moltissimi. Le periferie della città sono diventate a tutti gli effetti distretti artistici. Ecco allora che gli amanti dell'arte non possono non prevedere una tappa al Museo Ettore Fico, inaugurato nel 2014 nell'ex zona industriale di Torino chiamata Spina 4. Il complesso, al centro di un progetto di riqualificazione di tutta la ex zona industriale,è stato riadattato per ospitare collezioni e mostre d'arte contemporanea a carattere internazionale. Imperdibile poi il complesso delle Officine grandi Riparazioni e le manifestazioni artistiche e culturali tra le quali, per esempio, svetta Artissima, la fiera interamente dedicata all'arte contemporanea e giunta alla venticinquesima edizione, in programma a inizio novembre.

Per gli amanti della storia, Torino è anche sede del Museo Egizio: il più antico museo al mondo dedicato alla cultura egizia che vanta una superficie quasi raddoppiata dopo il restyling del 2015. Non solo: oltre alla collezione permanente il museo è anche sede di mostre a tempo determinato come quella dedicata a Palmira, in programma fino al prossimo 25 novembre, che permette di ammirare immagini del sito archeologico prima e dopo i bombardamenti dell’Isis.

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Il nuovo ristorante Condividere, al primo piano de La Nuvola Lavazza

Ma è forse la scena culinaria in continua evoluzione a catalizzare maggiormente l'attenzione dei turisti. Torino, infatti, è una nota meta gourmet, ideale per gli amanti della buona tavola e del vino di alta qualità prodotto nelle cantine sparse sul territorio piemontese e concentrate prevalentemente nella regione vinicola delle Langhe. I nuovi indirizzi e le aperture di classe hanno trasformato negli ultimi anni il panorama gastronomico della città. Ecco allora che, per esempio, vale la pena visitare la Nuvola Lavazza, il nuovo centro direzionale del celebre brand inaugurato ad aprile 2018 e firmato dall'architetto Cino Zucchi. L'headquarter del gruppo Lavazza, infatti, non solo testimonia come le tradizioni culinarie piemontesi si stiano aprendo alla creatività, ma include anche il nuovissimo ristorante creato dalla collaborazione tra lo chef catalano Ferran Adrià e Federico Zanasi, a capo della cucina. Collocato all'interno della sede del Gruppo, nell’ex centrale elettrica del quartiere Aurora, il ristorante si chiama Condividere e punta su un tipo di esperienza di “cocina compartida”: le portate sono servite al centro del tavolo in modo che possano essere condivise tra tutti i commensali, mentre l’alta cucina d’autore è un mix di sapori catalani, su tutti le tapas, e italiani.

Non solo: proprio alle spalle della chiesa della Gran Madre è stato inaugurato da un anno il Bistrot Canavacciuolo del celebre chef stellato, caratterizzato da una cucina ricercata con piatti che rappresentano un nuovo punto di incontro tra i sapori del Sud Italia e le tradizioni del Nord. Da pochi mesi è aperto anche il ristorante Magorabin, con una stella Michelin, che permette di assaggiare i piatti di matrice piemontese rivisitati in chiave innovativa dallo chef e con materie prime di altissima qualità. Mentre per gli amanti del buon cibo vale una sosta il nuovo FiorFood di Coop, un concept store enogastronomico a 5 stelle disposto su due piani per un totale di 1.300 metri quadri. Si trova nella centralissima Galleria San Federico e comprende un supermercato di prodotti di altissima qualità, bar, bistrò e un distaccamento del ristorante stellato La Credenza di San Maurizio Canavese.



Langhe


e Monferrato

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La Cappella del Barolo

La Cappella del Barolo

Da Torino, spiega la Lonely Planet, il viaggio perfetto nel Piemonte prosegue nelle regioni vinicole di Langhe, Roero e Monferrato, caratterizzate da un panorama bucolico dominato da colline costellate di vitigni e dichiarate, nel 2014, Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall'UNESCO. La regione delle Langhe è situata a cavallo delle province di Cuneo e Asti, ed è la patria di alcuni dei più famosi vini rossi d'Italia e del mondo. Le molte cantine che si susseguono in zona producono secondo le rigide regole del consorzio soprattutto Barbera e Barolo, ma non vanno dimenticati, tra gli altri vini importanti della zona, il Nebbiolo, il Dolcetto d'Alba e il Moscato d'Asti.

Per visitare questo vasto territorio, si può scegliere di seguire una delle tante strade del vino che attraversano la regione come, per esempio, la strada del Barolo che riunisce quasi 60 tra cantine e aziende agricole sparse tra vari comuni tra i quali svettano Alba, Barolo, Castiglione Falletto, La Morra. Per un itinerario alla scoperta della zona si può dunque partire da Barolo, piccolo borgo medievale che sorge in mezzo alle colline e si affaccia direttamente sulle vigne. Il paese è dominato da un castello all’interno del quale si trova dal 2010 il Museo del vino, mentre tra i vicoli che lo costituiscono si nasconde il Museo dei Cavatappi, unico al mondo, che mette in mostra circa cinquecento esemplari antichi provenienti da tutto il mondo e realizzati a partire dalla seconda metà del 1600.

Proseguendo verso La Morra si può visitare il vitigno più pregiato della zona, il Nebbiolo, dal quale si ricava il vino Langhe Nebbiolo e soprattutto il Barolo, da assaggiare e acquistare presso la Cantina Comunale di La Morra che spesso organizza anche varie degustazioni enogastronomiche. Mentre a breve distanza si trova la colorata Cappella del Barolo: una chiesetta mai consacrata e risalente al 1914 quando fu costruita per fornire riparo a chi lavorava nelle vigne circostanti in caso di temporali. Si trova nella proprietà della famiglia Ceretto che ne ha curato la ristrutturazione insieme ai due artisti internazionali David Tremlett e Sol LeWitt.

L'acino

L'Acino: per le degustazioni della celebre cantina della famiglia Ceretto

Per un assaggio dei prodotti tipici locali, rimanendo in zona, dunque, vale la pena organizzare una degustazione presso la tenuta Monsordo Bernardina, quartier generale della famiglia Ceretto, appunto. La tenuta, legata storicamente alla storia d’amore fra Vittorio Emanuele II e la Bella Rosina, include più di 30 ettari di vigneti che circondano la cascina e ha anche un'altra particolarità: nel 2009 è nato L’Acino, una installazione permanente affacciata sulle vigne e che offre una veduta panoramica dell'ambiente circostante. Si tratta in pratica di una sorta di “capsula” leggera, progettata dagli architetti Deabate, e pensata per eventi e degustazioni d’eccellenza. Altra celebre cantina della zona, poi, è la Cantina Montezemolo che merita una visita anche solo per ammirare il leggendario cedro del Libano che domina la collina del Monfalletto. La sua particolarità è che si dice essere il cedro più antico d'Italia. Pare, infatti, che sia stato piantato nel 1856 per festeggiare le nozze tra Costanzo Falletti di Rodello ed Eulalia Della Chiesa di Cervignasco, discendenti dell’attuale famiglia. E, per gli abitanti della zona, è considerato il Monumento all’amore delle Langhe.

Non solo vini, ma anche prodotti locali tipici. In zona è altrettanto celebre, infatti, il Tartufo bianco di Alba, per il quale ogni anno si tiene nell'omonima città una fiera appositamente dedicata. Anche la Nocciola Tonda Gentile, varietà fra le migliori al mondo, si produce da queste parti, e rappresenta l'ingrediente principale di molti dolci artigianali della cucina locale. Ma svettano anche i formaggi Dop, la pasta fresca, i salumi, le salse, e la carne pregiata delle razze bovini tipicamente piemontesi.

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Le cattedrali sotterranee del vino di Canelli

Sebbene sia meno famosa, la zona del Monferrato è altrettanto suggestiva. Il territorio si sviluppa prevalentemente tra le regioni di Alessandria e Asti e, insieme a Langhe e Roero rappresenta una delle più note zone vinicole italiane nel mondo, dando origine soprattutto a pregiati vini rossi e spumanti. Anche la gastronomia locale è particolarmente degna di nota. A Casale Monferrato si trova, per esempio, l'azienda Krumiri Rossi, dove assaggiare gli autentici biscotti inventati nel 1878 e la cui forma, dice la leggenda, riprende quella dei baffi del re Vittorio Emanuele II. Mentre nella zona del Basso Monferrato va provata assolutamente la muletta: salume un po’ speziato simbolo della tradizione monferrina fatto con il vino Barbera, e che ha la caratteristica di essere diverso in ogni salumeria in cui viene venduto. E' tipico delle zone di Sala Monferrato, Cella Monte, Serralunga di Crea e Ozzano, e si può trovare solo in uno degli antichi salumifici della zona.

Vale una sosta poi il paese di Canelli , rinomato soprattutto perché permette di visitare le cattedrali sotterranee delle storiche cantine di produzione dell’Asti Spumante. Qui, infatti, predomina la produzione del Moscato Bianco, detto anche Moscato di Canelli, da cui si ottiene appunto questo vino. Le cattedrali sotterranee, scavate nel tufo calcareo nei secoli passati, scendono sino a 32 metri di profondità nel sottosuolo e attraversano l'intera collina canellese per oltre 20 km. Per la maggior parte aperte al pubblico, a partire dalle cantine Gancia dove nel 1865 fu creato il primo spumante italiano. Qui si possono visitare le celle in un dedalo sotterraneo che si snoda per circa un chilometro, con una cantina, la più lunga di tutta Canelli, che si estende per 100 metri, e degustare i principali vini prodotti.



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