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Riscoprire l’Italia. Tre itinerari insoliti in Piemonte

 di Eleonora Riva

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OFTravel per il nuovo appuntamento dedicato alla riscoperta dell’Italia ha scelto di fare tappa in Piemonte. Lasciandosi alle spalle le località più conosciute, come il capoluogo Torino e le Langhe, e puntando su itinerari ancora poco battuti dal turismo. Si parte dal romantico Lago d’Orta, con l’Isola di San Giulio avvolta dal silenzio e dal mistero, e con i piccoli borghi situati sulle sue sponde. Si percorre poi una parte della Via Francigena piemontese, che attraversa quattro parchi naturali e 107 comuni, per ammirare antichi borghi, castelli e meraviglie naturali. Infine, per celebrare i 700 anni dalla morte di Dante, si parte dal Cuneese per esplorare i luoghi del Piemonte cari al Sommo Poeta.

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Lago d'Orta

Isola di San Giulio

Uno scorcio dell'Isola di San Giulio

Situato nei pressi di Novara, ai piedi del Mottarone, il Lago d’Orta è considerato uno dei più romantici d’Italia. Ed è la tappa perfetta per chi pensa a una gita fuori porta all’insegna del relax. L’attrattiva principale è la piccola Isola di San Giulio, che sorge in mezzo al lago e che si raggiunge con una breve navigazione in traghetto. Ospita un piccolo borgo medioevale molto suggestivo e l’omonima basilica del IV secolo, tra i più importanti monumenti romanici del Piemonte. È detta “l’isola del silenzio” perché sede dell’Abbazia Mater Ecclesiae in cui vivono alcune monache di clausura. Ma anche per il percorso ad anello che la circonda che, in base al verso in cui lo si imbocca viene chiamato “via del silenzio” oppure “via della meditazione” e lungo il tragitto si trovano cartelli che elogiano le proprietà di queste due pratiche. L’isola poi è avvolta dal mistero di un’antica leggenda. Si pensa, infatti, che originariamente fosse uno scoglio abitato da serpenti, draghi e creature mostruose. Fino a quando nel 390 d.C, San Giulio vi arrivò dopo essere sfuggito dalla Grecia e con la sola forza del pensiero riuscì a sconfiggere le creature. Qui fondò la sua centesima chiesa, nella quale fu poi sepolto. E nell’abbazia si può ancora vedere la famosa “vertebra del drago”, anche se con più probabilità potrebbe trattarsi di un osso di un dinosauro acquatico.


Domus de Janas

Il borgo di Omegna

Tornando sulla terraferma, valgono una visita i piccoli centri di Orta e Omegna. Nel primo, fondato in epoca pre-romanica e considerato uno dei borghi più belli del Piemonte, si passeggia nelle caratteristiche e strette stradine prima di fermarsi per un pranzo in una delle numerose osterie che si affacciano su Piazza Motta, chiusa per tre lati da portici. Omegna, invece, è famoso perché nella piazza del Municipio sbuca la Nigoglia, un piccolo torrente che a differenza di tutti gli altri non scorre verso il mare ma all’insù, verso il nord e le Alpi.

Si trova sulla sponda occidentale Pella, borgo antico e ricco di storia, abitato dall’età del Ferro. Passeggiando sul lungolago si arriva fino alla torre medievale e all’imbarcadero, dove si gode di un’ottima vista sull’isola di San Giulio. Spingendosi fino al Sacro Monte, patrimonio UNESCO dal 2003, invece, gli amanti delle passeggiate e della bici possono percorrere il sentiero panoramico, immerso in un meraviglioso bosco di faggi, pini, siepi di lauro e bosso, composto da venti cappelle dedicate a episodi della vita di San Francesco d'Assisi.





Via Francigena piemontese

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Forte Exilles

Il Forte di Exilles è uno dei più importanti sistemi difensivi del Piemonte

Il Piemonte è attraversato da lunghi tratti della Via Francigena, la strada percorsa nel 990 dall’arcivescovo Sigerico al suo rientro a Canterbury da Roma. Nella regione, infatti, si snoda per 650 chilometri e attraversa 4 parchi naturali, collegando 107 comuni di cinque province: Torino, Vercelli, Biella, Asti e Alessandria. Un tempo attraversata da migliaia di fedeli in pellegrinaggio, oggi offre itinerari suggestivi per tutti i tipi di camminatori, dagli abili escursionisti alle famiglie che vogliono apprezzare la natura, la cultura e le tradizioni di questi territori.
L’itinerario piemontese si suddivide in quattro percorsi. Il primo è chiamato “Via Francigena di Sigerico” e interessa il territorio Morenico Canavesano, lungo circa 55 chilometri. Durante il cammino si attraversa l’Anfiteatro Morenico di Ivrea, considerato da molti il più importante edificio glaciale del mondo. Si tratta di una morena formatasi nel periodo quaternario con il ritiro del ghiacciaio che occupava la valle della Dora Baltea. Buona parte di questo percorso francigeno, poi, coincide con la Strada Reale dei Vini Torinesi. Un’occasione perfetta per degustare vini DOC come Carema, Canavese, Erbaluce e Passito di Caluso.



Orgosolo

L'abbazia di Novalesa

La Via Francigena in Valle di Susa, invece, si snoda per oltre 170 chilometri attraverso due storiche varianti, a partire dal Moncenisio e dal Monginevro verso il fondovalle, fino alle porte di Torino. Lungo il tragitto si ammirano palazzi borghesi e antichi centri. Come Oulx, conosciuto anche per essere una incantevole località sciistica. O Chiomonte, dove si trovano le vigne più alte del Piemonte e si produce il Vino del Ghiaccio, chiamato così perché si vendemmia a gennaio. Ma si può anche fare un tuffo nella storia, ad esempio al Forte di Exilles, uno dei monumenti più antichi della Valle Susa e uno dei più importanti sistemi difensivi del Piemonte. O al Castello della Contessa Adelaide a Susa, che ospita il Museo Civico della città. A Novalesa, invece, si visita l’antica abbazia benedettina dedicata ai Santi Pietro e Andrea, fondata nell’VIII secolo. Infine si può ammirare la Precettoria di Sant’Antonio di Ranverso, un tempo centro di accoglienza e assistenza per i pellegrini che percorrevano la Via Francigena.




Sulle tracce di Dante

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Valle Maira

Dalla Val Maira partono diversi itinerari alla scoperta della biodiversità

In occasione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, VisitPiemonte - società di Regione e Unioncamere Piemonte per la promozione del territorio - ha scelto di celebrare il Sommo Poeta con una serie di itinerari alla scoperta dei luoghi citati nella Divina Commedia. Si parte dal Monviso, la montagna simbolo della regione in cui nasce il fiume Po, che nell'Inferno (canto XVI) è detto “quel fiume c’ha proprio cammino / prima dal Monte Viso ’nver’ levante / da la sinistra costa d’Apennino”.
Dal “Re di pietra” partono diversi percorsi, adatti a tutti, che conducono alla scoperta di tradizioni e mestieri secolari. A Prazzo, ad esempio, si trova L’Ecomuseo dei lavoratori della canapa. A Marmora si impara a conoscere come lavoravano i sellai. A Celle Macra il “Sentiero degli acciugai”, un percorso ad anello, si snoda attraverso le antiche strade che gli ancìue (venditori di pesce conservato) percorrevano per la loro attività in valle, per proporre l’ingrediente principale della famosa “bagna cauda” piemontese. Questa zona, conosciuta come Valle Maira e compresa nella Riserva della Biosfera Monviso UNESCO, è anche il punto di partenza dei Percorsi Occitani: 177 km di trekking, in 14 tappe, che attraversano una delle più variegate e selvagge biodiversità di tutto l’arco alpino.



Ciciu del Villar

Nella Riserva Naturale dei Ciciu del Villar si trovano particolari formazioni simili a funghi

Per le famiglie, un’esperienza curiosa è quella alla Riserva Naturale dei Ciciu del Villar, a Villar Costanzo, tra particolari formazioni geologiche simili a funghi che spuntano nel folto della boscaglia. Mentre il Sentiero dei Ciclamini è un giro ad anello che, partendo da Macra e toccando diverse borgate tra cui Camoglieres, permette di ammirare tra agosto e settembre la fioritura di queste piante. Raggiungendo poi Elva, a 1637 metri, si trova un’altra curiosità: il Museo dei Pels, dedicato alla storia dei “caviè”, i raccoglitori di capelli femminili in cammino tra 700 e primo ‘900 in tutto il Nord Italia per procurarsi le più belle ciocche per creare le parrucche delle nobildonne. A poca distanza si trova anche uno spettacolare sperone roccioso che offre una bella vista sul Monviso. Si tratta del “Fremo Cuncunà” (donna accovacciata in lingua occitana).


Fremo Cuncunà

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